BlowUp – Gennaio 2021
Potremmo immaginare il progetto Ambienti Coassiali come un infinito work in progress? Chissà, quel che traspare è che c’è un preciso legame che unisce il loro esordio (in origine su cassetta) del 1988 titolato semplicemente “Volume 1” con questo “SiX Operators” che a buona ragione ne rappresenta il seguito ideale. Lì erano sei “stanze” sonore numerate da 1 a 6 e qui “siX operators” anche se solo quattro fanno parte del disco in oggetto, gli altri due sono apparsi solo digitalmente in “Across Distances”. Nel mezzo però ci stanno altri due titoli significativi come “Dream Rooms” e “Spare Rooms” quest’ultimo realizzato con Riccardo Sinigaglia.
E dunque che accade in queste immaginifiche tracce che sembrano incontrarsi al crocevia tra l’ambient più contemplativa (e generativa) e il glorioso minimalismo della old school?
Tecnicamente abbiamo a che fare con un singolo DX7 patch (una tastiera il Yamaha DX7 foriera di prodigi per molti musicisti negli anni 80-90), usato per ogni traccia e riversato direttamente su hard disk passando per un Yamaha DMP11 digital miXer. Lo stesso identico procedimento e gli stessi strumenti utilizzati per la vecchia cassetta, soltanto che in quel caso al posto del hard disk c’era il registratore a bobine RevoX A77, e questo in qualche modo determina e influenza la differenza nei suoni ottenuti.
Rimane allora come oggi la bellezza intima e concettuale insieme, di queste quattro stanze sonore, numerate secondo l’ordine: Operator 9, Operator 2, Operator 3, Operator 5, ognuna delle quali funge singolarmente da operator.
Ambienti Coassiali, per chi non li conoscesse, sono un’estensione del più noto progetto Capricorni Pneumatici in voga nella scena sperimentale Milanese fin dagli anni 80, ma il loro mondo è più elusivo e imprendibile, mentre continuano a muoversi quietamente tra macchine e algoritmi da sogno.
Gino Dal Soler